Viaggio in tenda in Namibia…
un’esperienza, come scritto in altri articoli, sicuramente da fare almeno una volta nella vita!
Premessa obbligatoria: non ho la vocazione del campeggiatore! Le uniche esperienze in campeggio risalgono alle mie vacanze da bambino in roulotte a Bellaria e Cesenatico.
Non ho mai scelto di passare delle vacanze in campeggio. Al massimo, come nel mio viaggio in Oman, il campeggio è stata una scelta obbligata per passare alcuni giorni in aree remote e meno sviluppate turisticamente.
Il camping in Namibia è stato però un’esperienza diversa. Sorprendentemente spiazzante! Non è stato un viaggio sempre facile ma siamo stati ripagati da paesaggi di rara bellezza. E’ difficile da spiegare a parole. La Namibia è una terra incontaminata dove l’uomo si sente ospite e spettatore di qualcosa di veramente grande. L’Africa dei colori, degli animali e delle grandi distese desertiche. E’ un viaggio che va vissuto fino in fondo. Un’esperienza unica capace di regalare forti emozioni e rapire il cuore. Non posso mettere tutte le foto scattate durante questa vacanza perchè sarebbero più delle righe dell’articolo!
Un viaggio in tenda in Namibia…ho sognato questo viaggio per diversi anni attratto dei racconti sulle sue rare bellezze naturalistiche. La Namibia deriva il suo nome da Namib, il più antico deserto del mondo. Il paese più secco tra quelli a sud del Sahara; arido, brullo, corre lungo la costa per tutta la lunghezza dello stato ed è caratterizzato da alcune delle dune più alte del mondo. Ci sono letti di fiumi asciutti e canyon. Spettacolari! Per larga parte dell’itinerario di viaggio ho osservato la sua calotta terrestre color sabbia punteggiata da bassi arbusti spinosi scossi dal vento. La terra si sollevava tanto che quasi avvertivo una sensazione di arsura. Un desiderio continuo di bere ad una fonte così come facevano i vari animali che incontravamo durante il viaggio: zebre, elefanti e rinoceronti.
Il quadro si componeva poi di cieli perennemente azzurri, ampi orizzonti, spazi silenziosi, vuoto. Oltre all’ecosistema desertico sabbioso e roccioso ho avuto modo di contemplare anche il paesaggio africano per eccellenza: la savana. Ampie praterie ondulate punteggiate prevalentemente da alberi di acacia e popolate soprattutto da branchi di zebre, antilopi e predatori ad alta velocità come i ghepardi.
Dal viaggio di gruppo in tenda in Namibia ho delle immagini magiche stampate nella mente.
Della mia Namibia in tenda ricordo le cene.
Quando calava l’oscurità ci disponevamo tutti in attesa della cena spesso a base di grigliate di carne che sono popolarissime in Namibia. Per questo tutti i camping hanno sempre a disposizione il barbecue dove oltre a manzo, agnello e pollo abbiamo assaggiato anche carne di springbok, zebra, Kudu e coccodrillo. Per non parlare del Biltong ovvero striscioline di carne aromatizzate lasciate essiccare. Si consumano crude e sono lo snack per eccellenza dei cowboys namibiani.
Come dimenticare tutti noi che ci radunavamo in cerchio intorno alla brace. Ci mettevamo in coda dopo avere preso piatto e posate e ci avvicinavamo alle pentole fumanti dalle quali si levavano eccellenti profumi di spezie ed aromi locali. Ogni sera la stessa storia…facevamo tutti il bis! Poi aprivamo le sedie pieghevoli e ci sedevamo nelle nostre postazioni con la borraccia di acqua poggiata a terra e mangiavamo le nostre pietanze illuminate dal bagliore del nostro frontalino. Intorno una totale oscurità, immensità e silenzio sotto un lenzuolo nero punteggiato di stelle. Mi sentivo come dentro ad un osservatorio astronomico. Ogni sera ci sedevamo su uno sperone di roccia o accanto alle tende per ammirare estasiati la via Lattea, la costellazione dello scorpione cercando di decifrare anche le altre soprattutto Sagittario e Cigno.
Il deserto della Namibia
E’ una distesa infinita ondulato di dune di sabbia color albicocca e rossa che cambiano e si modulano a seconda dei venti. E’ interrotto solo da piccole oasi. La colorazione è dovuta alla composizione ferrosa della sabbia e dalla sua ossidazione. Le dune più antiche sono quelle del colore rosso più intenso.
La vacanza è stata memorabile anche per la compagnia. Il gruppo era composto da 12 persone ognuna con la sua storia e le sue motivazioni circa l’aver scelto questo tipo di viaggio. Ci vuole un altro articolo per raccontarvi tutto al meglio.
Vi metto foto di diverse tipologie di tende perchè a seconda della zona abbiamo utilizzato tende diverse. Le aree erano tutte attrezzate con bagni e docce al chiuso. Più o meno…ricordate che siete pur sempre in Namibia.
Sossulsvlei è una delle valli più belle che ricordo di aver visitato con le sue due enormi, altissime, immobili. Diverse dune dell’area superano i 200 m di altezza e si classificano tra le più alte del mondo. Non cambiano forma nel tempo come in altri posti infatti i loro profili sono antichi ed anche per questo ogni tanto si incontra un cespuglio, un arbusto che spunta stranamente dalla sabbia. Sossulsvlei è un pianoro di forma grossomodo elittica, coperto da una crosta di sabbia salina indurita e screpolata. Si tratta del fondo di un lago quasi sempre asciutto che è stato modellato attraverso i millenni dalle acque del fiume. Secco per la gran parte dell’anno, si riempie d’acqua solo in occasione di piogge particolarmente intense.
La famosa Duna 45 e il Big Daddy
Abbiamo trascorso la tarda mattinata sul Big Daddy, la duna più alta dell’Africa circa 380 m, ad ammirare il panorama tra il cielo azzurro e le dune rosse. L’immenso bacino bianco pare una salina ed ospita una serie di alberi marrone scuro. Si crea un quadro a bande orizzontali di colori accesissimi e contrastanti che lo rendono estremamente fotogenico e surreale. Le acacie che punteggiano questa piana bianchissima sono nate, sembra, oltre 500 anni fa in seguito ad un periodo di piogge eccezionali. Gli alberi poi sono morti bruciati dal sole, dal clima estremamente secco e si sono conservati perfettamente. Sono neri e contorti.
Un’altra valle che mi è rimasta nel cuore è la Skeleton Coast, una magnifica costa desertica spazzata da gelidi frangenti e nebbie sinistre.
E poi arriviamo all’Etosha National Park dove partivamo all’alba per i safari mattutini rimanendo appostati in attesa di vedere qualche felino come i leoni.
Abbiamo sostato due notti al Namutoni Camp che rappresenta il campeggio più orientale del parco contraddistinto da un forte tedesco imbiancato. Dispone di un’area per sostare con chalet di lusso con pareti imbiancate e rifiniture di legno scuro. Accanto al forte si trova un’incantevole sorgente calcarea di acqua dolce orlata da canneti e popolata da rane molto numerose. La sorgente costituisce la principale attrattiva in quanto qui si abbeverano gli animali nelle ore in cui i predatori dormono. Al di qua dei canneti sono sistemate varie panchine dove i turisti si siedono per ammirare uno spettacolo che inizia prima che sorga il sole e dura fin dopo il tramonto. Si affacciano da un lontanissimo buio orizzonte due sagome più scure…le giraffe! Hanno impiegato circa 45 minuti per avvicinarsi alla pozza e poi da sinistra ecco che sbucano due rinoceronti: mamma e piccolo. Parevano fatti di marmo grigio.
E’ sorprendente come tutti provassimo piacere a scorgere ogni singolo movimento…dal più impercettibile al più evidente e soprattutto desiderassimo che il tempo si fermasse.
Che differenza di vita rispetto al vortice e alla frenesia delle nostre giornate quotidiane. Ho provato la stessa sensazione quando ho visto all’alba le leonesse abbeverarsi accanto alle loro pozze d’acqua insieme alle zebre, le antilopi, gli gnu. Lo scandire del tempo qui è tutto un altro esistere.
Viaggio in tenda in Namibia…bellissima esperienza!
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